La Giornata Mondiale dei Diritti Umani è celebrata ogni anno il 10 dicembre. È stata istituita nel 1948 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per ricordare l’entrata in vigore della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani
La Giornata Mondiale dei Diritti Umani mira a promuovere l’importanza dei diritti umani e ad incoraggiare tutte le persone a lottare per la loro tutela. Attraverso le sue campagne, la Giornata Mondiale dei Diritti Umani incoraggia le persone a capire i loro diritti, a partecipare alle loro difese e a difendere i diritti altrui. La Giornata Mondiale dei Diritti Umani può essere celebrata in vari modi. I cittadini possono organizzare eventi di sensibilizzazione
Le donne iraniane sono regolarmente oggetto di molestie verbali e aggressioni fisiche da parte della polizia e delle forze paramilitari. Questo vuol dire essere prese di mira in quanto donne anche solo per brevi soste casuali per strada: ricevono minacce e insulti, viene ordinato loro di tirare in avanti il velo per nascondere i capelli, viene imposto l’uso di fazzolettini per pulirsi il trucco davanti agli agenti della polizia morale. Le donne vengono afferrate per le braccia, schiaffeggiate in faccia, colpite con pugni e manganelli e ammanettate e spinte violentemente contro furgoni della polizia. Questi atti equivalgono a trattamenti o punizioni crudeli, disumani o degradanti, assolutamente vietati dal diritto internazionale, compreso il Patto internazionale sui diritti politici e civili di cui l’Iran è stato parte. In questi anni, sulla base di regolamenti e politiche adottate e applicate da vari organi governativi, a milioni di donne è stato negato l’ingresso in spazi pubblici come aeroporti, campus universitari, centri ricreativi, ospedali e uffici governativi; inoltre, sono state espulse da scuole e università e licenziate per ragioni arbitrarie come i capelli che sporgono dal velo, il trucco che sembra “pesante” o i pantaloni, il velo e i soprabiti corti, attillati o colorati.
Masha Amini
Alcuni spazi pubblici e istituzioni governative sono andati oltre e hanno imposto un divieto assoluto all’ ingresso di donne che non indossano lo chador nero, un grosso pezzo di stoffa che si avvolge intorno al capo e che copre la parte superiore del corpo lasciando esposto solo il viso.
In Iran il clima quotidiano di intimidazione nei confronti delle donne si fa sempre più duro.
Lo testimonia la storia di Nasrin Sotoudeh, coraggiosa difensora dei diritti umani, condannata a 38 anni e 148 frustate per aver difeso una donna arrestata per aver manifestato contro l’obbligo per le donne iraniane di indossare il velo.
Così come la storia di Yasaman Aryani che l’8 marzo del 2019, insieme ad altre attiviste ha regalato dei fiori nei vagoni della metropolitana riservati alle donne. Lo hanno fatto a capo scoperto, parlando dei loro diritti negati. Il video di questa azione ha fatto il giro del mondo e la reazione delle autorità non si è fatta attendere. Ad appena 24 anni Yasaman è stata condannata a 16 anni di carcere.